Pubblicato il

Quando infrangere i protocolli produce buoni risultati: due casi in epoca Covid-19

Infrangere il protocollo a Codogno per ottenere il tampone per il ‘paziente 1’

Il 20 febbraio 2020, quando ancora non si sapeva dell’arrivo dell’infezione da Coronavirus in Italia, e la si pensava relegata alla Cina, si è verificata l’assurda situazione per cui, come ha sostenuto la Dottoressa Annalisa Malara: “L’obbedienza alle regole mediche è tra le cause che hanno permesso a questo virus di girare indisturbato per settimane”. Annalisa Malara è l’anestesista all’ospedale di Codogno che ha cambiato la vita di tutti con un’idea “impossibile”: intuire che il paziente Mattia, giovane, atletico, ma aggravato di colpo per una polmonite interstiziale, per la quale i farmaci e le cure previste risultavano inefficaci, in verità era stato attaccato dal Coronavirus. Secondo il protocollo sanitario nazionale Mattia non è un soggetto a rischio. Eppure la Dottoressa Malara non perde tempo e richiede d’urgenza un tampone, che risulta positivo. In poche ore lui, Mattia, si è trasformato nel paziente 1 in Italia, e lei, Annalisa Malara, ha scoperto di essere il medico che ha individuato il focolaio italiano. Grazie alla sua trasgressiva intuizione, Italia ed Europa hanno avuto il tempo per tentare di rallentare l’epidemia. La Dottoressa Malara ha raccontato la sua esperienza nel libro “In scienza e coscienza”, una storia di cura, di tenacia e competenza, che ci riguarda tutti molto da vicino, per di più col permanere di alti livelli di contagio.

Infrangere il protocollo al Papa Giovanni XXIII per scoprire la vera causa di morte da Covid-19

Col progredire dei contagi e l’aumento dei pazienti che improvvisamente si aggravavano, mentre le cure disponibili manifestavano la loro inadeguatezza, si è presentato il secondo caso di infrazione del protocollo, che ha fornito l’indicazione esatta alle cure da somministrare ai pazienti Covid. Le indicazioni del Ministero della Salute, ripetute in più aggiornamenti sempre al condizionale, sostanzialmente sconsigliavano di fare autopsie sui pazienti deceduti a causa del Covid-19, non tanto per i rischi legati al contagio, ma perché ritenuto inutile fare l’esame autoptico se si conosce già la causa del decesso. Così il 23 marzo Andrea Gianatti e Aurelio Sonzogni, rispettivamente Direttore del dipartimento di Medicina di laboratorio e Anatomia patologica ed anatomopatologo del Papa Giovanni XXIII di Bergamo, nell’intento di capire perché la malattia si stava manifestando in forme multiple e diverse, hanno deciso di procedere agli esami autoptici. Le autopsie hanno evidenziato che l’organo maggiormente colpito dal virus è il polmone, ma che la causa di decesso maggiormente registrata non fosse l’infezione polmonare, ma le trombosi.

I risultati del loro lavoro

Le autopsie eseguite a pazienti deceduti che al momento del ricovero presentavano le caratteristiche cliniche e radiologiche di polmonite interstiziale, hanno tutte mostrato un danno alveolare diffuso, come congestione capillare, necrosi, edema e trombi. L’evidenza è che l’organo maggiormente colpito dal virus è il polmone e la causa della morte l’insufficienza respiratoria acuta. Tuttavia, più pazienti risultavano deceduti a causa di trombosi, un evento che spesso si è manifestato dopo la fase più acuta della polmonite, cioè dopo i sintomi più tipici provocati dal Coronavirus, con trombi estesi anche a livello della sezione destra del cuore e tutti i pazienti presentavano grosse ostruzioni dell’arteria polmonare e piccole occlusioni disseminate in vene e arterie periferiche. Questa scoperta dimostra come il virus si attacchi alcuni recettori che si trovano proprio lungo i vasi sanguigni e che riesca ad attivare una serie di effetti che da un certo momento in poi non dipendono più dal virus stesso, ma che si manifestano anche in maniera letale.

Questa coraggiosa esperienza, le cui risultanze, raggiunte in associazione con colleghi anatomo-patologi dell’Ospedale Sacco di Milano, sono state pubblicate sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet, e hanno dato un contributo importante alla cura dei pazienti con Coronavirus, in particolare rispetto alla necessità di intervenire sulla coagulazione con eparina e di usare il cortisone per ridurre l’infiammazione a livello vascolare.

L’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo si è classificato per il secondo anno consecutivo tra i World’s Best Hospitals, la classifica stilata da Newsweek e Statista Inc. che identifica i 200 migliori ospedali del mondo.

La tromboembolia polmonare in pazienti con infezione grave da Covid-19

Stanno assumendo importanza i test di coagulazione sul prelievo di sangue del paziente per determinare il tempo di prototrombina (PT), il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) e soprattutto i D-dimeri, test questi che mostrano se è necessaria una terapia anticoagulante per prevenire una trombosi potenzialmente fatale. Nei pazienti critici ospedalizzati con Covid-19, infatti, è frequente la diagnosi di problemi di coagulazione dovuta alla sepsi causata dal peggioramento dell’infezione. I risultati di questi test sono diventati indicatori importanti del deterioramento del paziente, e quindi indicano la necessità di un più attento monitoraggio e cure intensive. D’altra parte, un miglioramento dei risultati del test di coagulazione indica la stabilizzazione del paziente.

La nostra proposta

Interconsult srl ha nella sua Linea Anti Virus la seguente gamma di test rapidi:

che si è arricchita del Test Rapido Covid-19 determinazione anticorpi neutralizzanti per consentire il monitoraggio del soggetto vaccinato per almeno 6-8 mesi, preferibilmente a partire da 1 a 2 settimane dopo la somministrazione dell’ultima dose di vaccino (quando sia prevista più di una dose), identificando tempestivamente l‘assenza di sieropositività o la sieronegativizzazione, permettendo così di guidare il processo decisionale clinico verso una possibile rivaccinazione contro SARS-CoV-2 o la somministrazione di nuovi agenti terapeutici, come gli anticorpi monoclonali anti-SARS-CoV-2.

Interconsult è attenta alle esigenze dei propri clienti storici e di nuova acquisizione per rispondere al meglio alle loro emergenti necessità.

Non esitate a contattarci per trovare insieme la soluzione alle vostre necessità.