
Prepariamoci alla Exit-Strategy dopo la tempesta "Coronavirus"
La malattia provocata dal nuovo Coronavirus è la “COVID-19”, in cui “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata, dapprima in Cina, dilagando poi nel febbraio 2020 in Italia, per estendersi quindi in forma globalizzata al resto dell’Europa e del mondo, con scenari apocalittici.
Avremo bisogno di tempo per dimenticare l’emergenza. E, in ogni caso, nulla per lungo tempo sarà come prima.
Come sarà la Exit-Strategy dopo CORONAVIRUS
La ripresa, dopo le lunghe settimane contingentate a casa dalla quarantena, dovrà avvenire con una exit-strategy graduale e bisognerà comunque mantenere alcune limitazioni. Nel fuori casa occorre prepararsi ad una situazione che sarà di tipo post bellico per diversi mesi.
L’indicazione degli esperti è chiara: anche quando si potrà uscire dalla quarantena, condizionata dalle misure eccezionali intraprese dal Governo e dal suo Comitato Tecnico Scientifico, bisognerà mantenere la distanza di almeno 1 metro e indossare la mascherina nei luoghi pubblici.
Per arrivare a dichiarare chiuso il periodo di reclusione in casa e poter affermare di aver vinto il Coronavirus, serviranno però molte settimane. Sono prorogate tutte le misure di contenimento fino a Pasqua, ma è altamente probabile che lo saranno fino alla fine del mese di aprile. Infatti, oltre alla Pasqua, bisogna evitare che i fine settimana del 25 aprile e 1° maggio siano un invito per la popolazione ad uscire. Per gli esperti sono proprio queste le settimane decisive, quelle in cui si vede un calo, che però potrebbe portare le persone ad allentare il controllo.
Secondo un piccolo studio del Treatment Center of PLA General Hospital di Pechino, condotto con esperti della Yale School of Medicine su soli 16 pazienti, la metà dei pazienti guariti da sintomi lievi di Coronavirus presenterebbe ancora il virus nell’organismo anche 8 giorni dopo la scomparsa della sintomatologia. Quindi rimane contagioso nei confronti di individui sani. Lo studio pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine fa temere anche per la contagiosità dei pazienti dimessi dopo essere stati trattati con successo per il COVID-19. Il dottor Lixin Xie, uno degli autori principali dello studio, propone di estendere la quarantena per altre due settimane dalla scomparsa dei sintomi a chi ha manifestato una lieve sintomatologia respiratoria causata dal COVID-19, per essere sicuri di non contagiare altre persone.
Il Governo, a seconda di quali saranno i numeri dei contagi ed il trend dei contagi positivi, ed alla luce delle nuove indicazioni che verranno fornite dalla comunità scientifica, potrà iniziare ad autorizzare una ripresa delle attività all’insegna della gradualità. Dal punto di vista epidemiologico, il virus sarà sotto controllo solo quando, per ogni individuo infetto, ci sarà meno di un nuovo contagiato.
Questo calcolo dal punto di vista della salute si scontra con quello economico: crolli e grandi oscillazioni di borsa, che favoriscono la grande speculazione, con la recessione in vista, determinano spinte verso la riapertura delle fabbriche e delle attività commerciali.
Le tempistiche per un ritorno alla normalità sono imprevedibili.
La ripresa per locali, pub, ristoranti, sale convegni
Gli scienziati hanno già indicato di lasciare in fondo alla lista delle riaperture i luoghi di maggiore affollamento – discoteche, pub, eventi, sale convegni – ma anche per bar e ristoranti la possibilità di tornare in attività non sembra essere all’orizzonte. L’arrivo della bella stagione e la possibilità di poter stare all’aperto non serviranno ad accelerare i tempi: il problema riguarda infatti il contatto tra le persone, col rischio di contagi di ritorno da Coronavirus.
Ecco perché, quando l’emergenza e la quarantena saranno finite, i locali riapriranno in maniera molto diversa da come eravamo abituati e dovranno avere requisiti molto diversi da quelli richiesti prima dell’epidemia da COVID-19. Il primo riguarda la distanza tra i clienti che dovrà essere sempre di almeno 1 metro sia per quanto riguarda i tavoli, sia per le aree comuni. Prevedibile anche l’adozione dei DPI, i Dispositivi di Protezione Individuale, cioè mascherine e guanti per gli addetti ai lavori sia in cucina che in sala.
Nell’ambito delle misure prudenziali adottate in Cina alla chiusura della quarantena, la Municipalità di Shanghai fa obbligo a ognuno di indossare la mascherina protettiva e di sottoporsi a controllo della temperatura corporea in tutti i luoghi pubblici di Shanghai quali aeroporti, stazioni, centri commerciali, supermercati, metropolitana ed altri.
La ripresa post Coronavirus nell'edilizia
Nel campo dell’edilizia, fatta salva l’attuale sospensione delle attività, il Vademecum redatto dall’Ordine degli Ingegneri di Roma prevede che il datore di lavoro aggiorni il Piano Operativo di Sicurezza (POS) con le indicazioni specifiche aggiuntive per l’emergenza COVID-19. Di fatto occorre acquisire le misure indicate nel “Protocollo per la sicurezza delle aziende”, prevedendo misure di prevenzione e protezione ed organizzative aggiuntive, quali, fra le altre, il distanziamento sociale di 1 metro, o, qualora per le attività da eseguirsi in cantiere, sia inevitabile la distanza inferiori a 1 metro, gli operatori dovranno indossare guanti e mascherina del tipo FFP2 o FFP3 (UNI EN 149:2009). Senza tali misure di sicurezza è vietata la lavorazione, secondo il disposto dai decreti.
Le mascherine chirurgiche ricadono nell’ambito dei dispositivi medici di cui al D.Lgs. 24 febbraio 1997, n.46 e s.m.i.. Sono utilizzate in ambiente ospedaliero e in luoghi ove si presti assistenza a pazienti (ad esempio case della salute, ambulatori, ecc). Rappresentano una misura palliativa ai fini di evitare il contagio qualora si sia un soggetto sano.
Le mascherine chirurgiche, per essere sicure, devono essere prodotte nel rispetto della norma tecnica UNI EN 14683:2019, che prevede caratteristiche e metodi di prova, indicando i requisiti di:
- resistenza a schizzi liquidi
- traspirabilità
- efficienza di filtrazione batterica
- pulizia da microbi.
Interconsult mette a disposizione sia le mascherine chirurgiche IIR che le mascherine FFP2. Inoltre, per i controlli della temperatura corporea a carico del Datore di Lavoro, ha disponibili il termometro ad infrarossi.
L’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e l’adozione delle corrette misure di distanziamento sociale si devono accompagnare al senso di responsabilità civica personale, evitando di interrompere i comportamenti aderenti alle disposizioni governative. La condotta coerente di ognuno protegge la sua comunità e accorcia i tempi per il ripristino della normalità post-COVID-19.